Su questo tema e sulla gestione degli aspetti di salute e sicurezza, si è soffermata Assolombarda, una delle associazione più importanti di tutto il Sistema Confindustria. A seguito dell’avvio di iniziative sul tema, come le “giornate del Lavoro Agile”, promosse dal Comune di Milano in collaborazione con Assolombarda, si è costituto uno specifico gruppo di lavoro composto da esperti aziendali e con il coinvolgimento di referenti di Asl Milano e Inail Lombardia. E si è recentemente tenuto a Milano, il 10 febbraio scorso, l’incontro informativo “‘Smartsafety’: salute e sicurezza nel ‘lavoro agile’”, un incontro importante per migliorare la gestione e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nelle imprese che intendono adottare il lavoro agile o smart working.
Per parlare di sicurezza nel “lavoro agile” è stata inoltre elaborata una dispensa, un documento pubblicato su uno spazio web di Assolombarda, dal titolo “Indicazioni per la gestione degli aspetti di salute e sicurezza legati al ‘Lavoro Agile/SmartWorking’”.
La dispensa riporta alcuni suggerimenti per la gestione della salute e sicurezza rivolti ai lavoratori che fruiscono di modalità di lavoro definite, a seconda dei casi, come “lavoro agile” o “smartworking”. E indica che il punto di partenza per la corretta gestione della tematica è la “predisposizione di una ‘policy aziendale/procedura interna’ (di seguito POLICY) che definisca l’insieme delle regole che l’azienda si dà e che il lavoratore condivide e nella quale vengano ben esplicitati gli aspetti fondamentali legati alla formazione sula salute e sicurezza e alla valutazione dei rischi”.
Ad esempio un’impresa può impostare la POLICY, tenendo conto di alcuni aspetti:
- “la gestione corretta del ‘lavoro agile’ prevede il rispetto delle regole legali e giuslavoristiche generali;
- il ricorso al ‘lavoro agile’ non dovrebbe essere imposto ma concordato con il soggetto interessato (in ogni caso, non dovrebbero essere scelte irreversibili);
- la valutazione dei rischi e la formazione dei lavoratori e della struttura aziendale sono fondamentali per gestire correttamente questa fattispecie di lavoro con particolare attenzione a: modalità di lavoro; applicazione dei criteri per la valutazione dei rischi per i videoterminalisti e sulle attrezzature di lavoro (se fornite dal datore di lavoro); controllo sul rispetto delle norme di sicurezza (nel limite della ragionevolezza); aspetti comportamentali e regole da seguire con la opportuna diligenza, che assumono una valenza fondamentale”.
Rimandando ad una lettura completa del documento, che si sofferma nei suoi cinque paragrafi anche sugli obiettivi della POLICY, sulle possibili definizioni e sulla regolamentazione della prestazione lavorativa in smartworking, focalizziamo la nostra attenzione sui profili relativi alla gestione della salute e sicurezza sul lavoro.
A questo proposito si ricorda che nelle fattispecie di "lavoro agile/smartworking" “non esiste una disciplina codificata relativa alla tutela della salute e sicurezza; in ogni caso, trova applicazione il D.Lgs. n. 81/2008 sulla base della onnicomprensività del campo di applicazione e della definizione di lavoratore”.
Ed è importante “individuare comportamenti e procedure per la gestione degli aspetti legati alla tutela della salute e sicurezza” e puntare sulle attività di formazione e informazione quali “misure idonee alla gestione delle attività realizzate in ‘smartworking’, in ragione della corretta valutazione dei rischi”. Inoltre il servizio di prevenzione e protezione “tiene conto delle peculiarità dello ‘smartworking’ nella valutazione dei rischi individuando, di conseguenza, le misure idonee a gestire il relativo rischio”.
Un allegato al documento riporta una traccia di esempio, da adattare alla realtà aziendale, relativa agli argomenti da tenere presente nella formazione dello “smartworker”.
Viene riportato poi un esempio di informazione/informativa, sempre da adattare alle realtà aziendali, per lavoratori agili.
Si ricorda ancora che lo smartworking è una “modalità di lavoro innovativa e basata su un forte elemento di flessibilità, in modo particolare di orari e di sede; al lavoratore viene lasciata ampia libertà di auto-organizzarsi a patto che porti a termine gli obiettivi concordati/stabiliti nelle scadenze previste, collaborando con i propri colleghi”. E tenuto conto “dell’impossibilità di controllare in continuo tutti i luoghi di svolgimento della prestazione lavorativa, il datore di lavoro/struttura aziendale adotta le seguenti misure:
a) consegna al lavoratore che svolge la prestazione in regime di smartworking” un’informativa nella quale “sono individuati in via indicativa i rischi generali e i rischi specifici connessi alle modalità di svolgimento della prestazione e le misure di prevenzione da adottare;
b) fornisce al lavoratore che svolge la prestazione in regime di smartworking strumenti informatici e/o telematici conformi agli attuali standard tecnici e normativi, costantemente aggiornati;
c) presta cura adeguata nell’adottare i comportamenti individuati per garantire lo svolgimento in sicurezza della prestazione lavorativa; l’attività di controllo viene svolta dalla struttura aziendale”.
E, a sua volta, il lavoratore che svolge la propria prestazione lavorativa in regime di smartworking, per i periodi nei quali si trova al di fuori dei locali aziendali, “coopera con diligenza all’attuazione delle misure di prevenzione predisposte dal datore di lavoro”.
Riportiamo in conclusione, dal documento di Assolombarda, un elenco - chiaramente non esaustivo e da verificare con il servizio di prevenzione in base al documento di valutazione dei rischi – di alcune misure di prevenzione da adottare:
- “attenersi alle disposizioni di prevenzione relative ai rischi comportati dalla propria attività e osservare le norme di sicurezza attinenti;
- assicurarsi dell’efficienza ed integrità dei dispositivi e delle attrezzature prima dell’uso;
- assicurarsi che il luogo di lavoro prescelto risponda ai seguenti requisiti: illuminato e areato naturalmente; ben asciutto e difeso contro l'umidità; condizioni adeguate di igiene; pochi rumori che disturbano l’attività lavorativa; per luoghi chiusi, ricambio d’aria garantito o da impianti di unità trattamento area o dalla presenza di aperture; integrare se necessario con sistemi di illuminazione localizzata i singoli posti di lavoro; in caso di lavoro al videoterminale eliminare la luce diretta proveniente da finestre o da fonti artificiali non opportunamente schermate;
- predisporre le proprie postazioni di lavoro in modo da evitare che i cavi e i collegamenti elettrici possano intralciare il passaggio e il normale transito delle persone, o possano essere sottoposti a danneggiamenti;
- utilizzare un piano di lavoro che abbia preferibilmente le seguenti caratteristiche: di colore opaco e non riflettente; superficie sufficientemente ampia per disporre i materiali necessari e le attrezzature nonché consentire un appoggio per gli avambracci dell'operatore davanti alla tastiera, nel corso della digitazione; profondità tale da assicurare una corretta distanza visiva dallo schermo; è stabile e di altezza, fissa o regolabile, indicativamente fra 70 e 80 cm; esiste uno spazio idoneo per il comodo alloggiamento e la movimentazione degli arti inferiori e per il sedile; verificare che i tavoli e le scrivanie non abbiano spigoli vivi o parti usurate che potrebbero provocare tagli ed abrasioni”;
- utilizzare le apparecchiature di ufficio ( personal computer, cuffie, telefoni cellulari ecc.) secondo le opportune modalità d’uso, verificandone in primis la stabilità sulle superfici di appoggio e la solidità dei sostegni (scrivanie, mobiletti);
- in merito all’impianto elettrico, verificare che: sia disponibile una dichiarazione di conformità o autocertificazione; siano utilizzati, se necessari, adattatori e prolunghe adatti a supportare la corrente assorbita dagli apparecchi utilizzati;
- assumere posizioni di lavoro corrette, adeguando la propria postazione e la disposizione delle apparecchiature abitualmente utilizzate in modo da evitare l’insorgenza di stati di affaticamento psicofisico e posturale;
- ridurre al minimo movimenti rapidi e ripetitivi ed evitare di mantenere la stessa posizione per tempi prolungati;
- premunirsi delle necessarie informazioni sull’adeguatezza ed il funzionamento degli eventuali sistemi di estinzione presenti e sui comportamenti da adottare e su come affrontare le eventuali situazioni di emergenza;
- segnalare prontamente alla struttura aziendale eventuali anomalie o malfunzionamenti riscontrati nell’utilizzo delle attrezzature e non intervenire con arbitrarie operazioni di modifica del funzionamento o di riparazione, lasciando tali azioni al personale competente”.
In allegato al presente articolo trovate una brochure informativa sui rischi del lavoro agile - Problemi e Soluzioni - che Intek Safety Training Solucion propone